
solitùdine s. f. [dal lat. solitudo -dĭnis, der. di solus «solo»]. – 1. La condizione, lo stato di chi è solo, come situazione passeggera o duratura […] – cit. Treccani.
Il tipo di solitudine di cui sono affetta è spirituale, naturalmente, perché sono circondata da persone, vivo in una famiglia, ho due figli che mi amano. Perciò non posso dire di essere sola. Anzi sarei offensiva verso chi è veramente purtroppo solo, se lo affermassi.
La mia è una solitudine interiore. E’ la mancanza di un compagno con cui condividere la vita. Per quanto tutti coloro che mi circondano mi riempiono la vita, non manca momento nella giornata o durante la notte in cui non mi senta sola.
Ricordo questa sensazione anche quando ero single. Uscivo con amici, non stavo mai a casa, quasi mai sola, ma quel momento in cui la sera rincasavo e chiudevo la porta a chiave… quel silenzio dentro casa, quel letto vuoto… era qualcosa di spiacevole.
Pensavo a tutti i miei amici in coppia che a casa avevano qualcuno con cui parlare, con cui condividere il letto, l’intimità, la colazione la mattina appena alzati. Quel qualcuno a cui rimproverare magari di non aver messo apposto il dentifricio, o banalità del genere.
L’amore dei familiari, dei figli è un bene prezioso, ma non è la stessa cosa.
Io sto bene anche da sola, non dico di no. Senza dover rendere conto a qualcuno delle mie scelte, di come mi vesto, delle mie abitudini, di ciò che mi va o non mi va di fare, senza dovermi necessariamente ‘presentare bene’ ogni giorno per un uomo… perché qui lo dico e qui lo nego, a volte è bello sentirsi libera di non dover sempre piacere a qualcuno. A volte non mi va di depilarmi, poco male. A volte non mi va di truccarmi per uscire, di abbinare la biancheria intima, di fare l’amore anche se non mi va. Bene, non ho nessuno a cui rendere conto. E’ bello anche questo.
Ma la solitudine vince su tutto. Perché in fondo quando amiamo qualcuno ci adattiamo anche un pò, facciamo qualche sacrificio, pur di soddisfare ed attrarre l’altro, renderlo felice.
Anche se nella mia vita mi sono sacrificata fin troppo per degli uomini rivelatisi poi sbagliati, non riesco a pentirmene. Non posso pentirmi delle scelte fatte per amore. Perché l’amore è l’amore. Gli amori sbagliati esistono, e spesso partono proprio dalla solitudine che abbiamo nel cuore. Se avessi saputo stare da sola, aspettare, magari a quest’ora avrei trovato un buon compagno con cui passare la vita e non avrei lasciato due figli senza padre. Ho vissuto in prima persona quanto può fare male e danneggiare un uomo sbagliato. Figuriamoci più d’uno. Ci sono momenti in cui desideri davvero essere sola, piuttosto che con qualcuno che ti sta rovinando la vita.
Ma ognuno di noi ha i suoi demoni. Il mio è la mancanza d’amore. Potrò cercare di negarla, nasconderla, accantonarla. Ma prima o poi tornerà a galla prepotentemente e si farà sentire.
A tutte le donne che sanno stare da sole in attesa (o no) dell’uomo giusto, faccio i miei più sinceri complimenti. Io intanto ci provo. Devo preservare le mie stupende creature, se cerco di essere una donna ed una mamma migliore è grazie a loro. E’ grazie a loro se non mi faccio vincere dal senso di solitudine che provo, è grazie a loro se mi alzo ogni giorno sperando e lavorando per un futuro migliore, cercando di non prendere mai più il primo treno che passa, ma di scegliere accuratamente e ponderatamente il mio percorso di vita.
Stanotte il cuscino accanto al mio sarà ancora vuoto, ma se non altro non è più occupato dalla persona sbagliata.
Credo di essere abbastanza simile a te sotto questo punto di vista, mi ripeto che sto bene anche da sola ed è vero ma quando lo sono stata sentivo quel vuoto dentro con il conseguente innamoramento anche della persona palesemente sbagliata soltanto per riempirlo
Già… purtroppo non è mica detto che nella vita si incontra la persona giusta… io ormai mi sono creata il mio uomo immaginario come Ally McBeal e se non altro non rischio di fare altre cavolate 😀
Oddio che ricordo che mi hai fatto tornare 😯
Occhio che prima o poi dovrai fare i conti anche con la “sindrome del nido vuoto”
Ahaha, non mi ci far pensare!