
E’ proprio così. Le notizie belle non arrivano mai da sole.
Nel mio caso, accompagnate persino da due brutte notizie, anzi due brutti eventi.
Beh, per sdrammatizzare un pò, partirei con quella che dovrebbe essere la bella notizia: sono incinta.
Ebbene si, diventerò mamma. Io… .
Penso che dovrò dedicare un articolo apposta sul capitolo maternità, perchè ho dentro un vortice di emozioni e pensieri che non basterebbe un mezzo articolo di un blog per esprimere e raccontare.
Passo dunque alle brutte notizie, perchè in fondo sono queste che ho bisogno di buttare fuori, con tutta la forza possibile.
Poco dopo aver scoperto di aspettare un bambino, arriva la notizia che mio nonno è morto.
Ecco, naturalmente solo io conosco la storia della mia famiglia, e per quanto sappiamo tutti cos’è un nonno, per me è stato un pò diverso. Diciamo che non ho avuto il classico rapporto nipote-nonno. Però gli volevo bene. Era la persona che dava un senso alla famiglia, o a quello che restava.
Era il nonno che sapeva esprimere l’affetto che provava, la gioia nel vederti. Era quel nonno lì. Poi tutto il resto è storia. Nessuno è perfetto e soprattutto le famiglie, che non ci scegliamo mai.
La seconda brutta notizia… beh questa mi riguarda ancora più da vicino, perchè si tratta di mio padre.
Io l’ho chiamato per dargli la bella notizia che sarebbe diventato nonno, e lui di contro mi ha dato la ‘bella’ notizia che ha un tumore e che, nella migliore delle ipotesi, potranno operarlo e potrà tornare a stare un pò bene.
Credo di poter parlare per tutti se dico che nessun figlio vorrebbe mai ricevere una notizia del genere. Eppure è capitato proprio al mio papà. Il mio baluardo, la mia guida, LA persona che stimo di più al mondo. Al di là dell’inevitabile affetto e legame sanguigno, io sono quello che sono oggi grazie a mio padre. Almeno finché l’ho ascoltato. Poi, come è giusto che sia, noi figli intraprendiamo la nostra strada e diventiamo quello che scegliamo.
Anche su mio padre potrei spendere un blog intero, per raccontare che uomo sia e cosa rappresenti per me, ma il punto è che questa volta la vita ha davvero colpito il mio punto debole.
Continuo a ripetermi che non ci credo, che non è possibile. Voglio essere ottimista e pensare che tutto andrà bene, che lo opereranno e che tornerà a stare bene, al massimo dovrà fare un pò più attenzione al suo stile di vita, ma tutto tornerà come prima.
Già. Purtroppo la mia mente si porta sempre avanti, fino ad immaginare anche l’ipotesi peggiore. Forse per prepararmi a qualcosa per cui non sarò mai pronta.
E poi ad aggravare il tutto ci sono i problemi insiti nella mia famiglia, ovvero mia mamma e mia sorella. Due persone equamente problematiche, che fino ad ora è stato mio padre a cercare di gestire, ma in futuro chissà. Certo, non dovrei pensarci, dovrei essere solo ottimista, ma purtroppo la mia indole razionale ed in parte pessimista mi costringe inevitabilmente a pensare anche ‘al dopo’, e non si prospetta nulla di buono.
Mettiamoci pure che la lontananza dalla mia famiglia incide, eccome. Sono ‘solo’ 1000 km di distanza, ma a volte sembrano un abisso. Perchè non è andando da loro due o tre volte l’anno che posso mettere a tacere la mia coscienza, sento che da qui non posso fare per loro quello che dovrei fare, e ogni volta che ci penso mi sembra di ricevere una pugnalata allo stomaco.
Ecco, tutto ciò non fa bene al mio bambino. Quindi devo cercare di stare calma, vivere questa situazione giorno per giorno ed affrontare i problemi un passo alla volta.
Che dire, penso che avrò bisogno di tornare a scrivere ancora in questo periodo. Ho tanto dolore e tanta rabbia dentro, che devo assolutamente buttare fuori. Tutto ciò non deve danneggiare il mio bambino.
Ora ho la mente offuscata, penso a mille cose, ma non riesco a farle uscire dalla mia testa.
Sento solo l’istinto di distrarmi, di cercare di pensare ad altro. Perchè di fronte a questo mostro che è il tumore, io non posso nulla. Sono impotente. Siamo in mano alla medicina ed alla fortuna.
Devo essere forte. Per me, per mio padre, per il mio bambino.