
Ieri leggendo un post che trattava della questione Covid-vaccini di qualche tempo fa, quando c’era la diatriba ‘obbligo-vaccinale’ vs. ‘no-vax’, mi sono sentita catapultata nel passato, in quel brutto periodo della storia umana che speravo di essermi lasciata alle spalle.
Non ho nessuna voglia di stare qui ad argomentare teorie pro o contro i vaccini, pro o contro i vaccinati o i non vaccinati. L’unica cosa che ci tengo a ricordare, poiché mi ha aiutata a conoscere e selezionare meglio le persone, è il fatto che da quando è stata dichiarata la pandemia i rapporti fra le persone sono cambiati tantissimo. Fino a giungere, a non troppo tempo fa, ad etichettare chi pensava o faceva determinate scelte. Questa è stata la cosa che mi ha più lacerata. Aggredire, denigrare, deridere, insultare persone che la pensano diversamente da noi, per me è un segno di chiusura mentale enorme. Eppure è stato così. E’ sempre stato così, nella storia. L’essere umano ha sempre imposto il proprio credo, ed ha sempre voluto imporlo, con la violenza. Violenza fisica, o anche solo psicologica, verbale, coercitiva. Fa parte della nostra natura.
Io stessa se so che qualcuno crede in qualcosa che ritengo dannoso per me la mia tentazione è quella di ‘reprimere’ quel ‘nemico’, o quanto meno di convincerlo/costringerlo a cambiare idea e modo di agire.
Questo comportamento è vissuto in maniera positiva se si è tutelati dal potere, o dalla maggioranza di persone che la pensano come te. E’ vissuto in maniera negativa se si è in minoranza o non si conta nulla, per cui non resta che subire o adeguarsi.
La domanda che mi sono posta a ripetizione negli ultimi 2 anni e mezzo è stata: ma se siamo in grado di limitare la libertà dell’individuo per tutelare la salute della maggioranza, perchè questo principio non viene applicato a tutte le problematiche che abbiamo nel mondo?
Perchè è così facile mettere in stand-by la vita di milioni/miliardi di persone per una circostanza, danneggiando alcuni a beneficio di altri, e non siamo in grado di farlo per risolvere tutto ciò che ammorba la terra?
Devo dire che parecchie persone mi hanno delusa negli ultimi anni per il modo in cui hanno affrontato la pandemia, ma, soprattuto, per il loro modo di approcciarsi agli altri e a chi la pensava diversamente da loro.
Non avrei mai pensato di essere testimone di determinate discriminazioni, soprattuto da parte di persone che conosco. Brave persone che sono arrivate ad incattivirsi in un modo tale da sembrare completamente cambiate. A quel punto andare allo scontro non serve, meglio usare la tattica della diplomazia e cercare di non mettersi contro nessuno. In fondo, la verità assoluta non appartiene a questa terra, a mio parere.
Nel periodo storico della caccia alle streghe bastava poco per essere messi al rogo. La motivazione non era davvero importante, ma era l’esercizio del potere di vita e di morte su qualcuno a fare davvero paura. Ho imparato sulla mia pelle che a volte è meglio fingere per quieto vivere, che inimicarsi persone che ti farebbero la pelle per una loro convinzione.
Mi viene in mente una scena del film d’animazione Disney “Il pianeta del tesoro”: John Silver, rivolto al ragazzino Jim <<Tuo padre non ti ha insegnato a scegliere con più attenzione con chi batterti?>>.

Già. Mio padre me l’ha insegnato e credo di averlo in buona parte appreso. Del resto, anche Don Chisciotte si era perso nella sua battaglia contro i mulini a vento per poi rivelarsi tutto inutile. Non si può remare contro un maremoto mosso dalla paura per la morte, tutti abbiamo paura di morire, quindi è quasi scontato che ci affidiamo a chi ci promette una via d’uscita e la salvezza.
Dentro di me sono una persona battagliera, ma con il tempo ho imparato a capire quando una battaglia è persa in partenza e non resta che nuotare nel verso della corrente.
Detto ciò, fare una cernita delle persone che volevo davvero intorno a me è comunque servita. Mi sento più leggera e più autentica, ed il desiderio più grande che ho è avere per amiche persone che mi apprezzano per come sono realmente, con cui non devo fingere e non devo nascondermi.
Al di là della questione assai delicata, come te, preferisco non entrare nel merito, l’ultima frase che hai scritto mi sembra un ottimo proponimento.
Sono successe tantissime cose che ci hanno segnato, ma credo che il Covid abbia tracciato una netta linea di demarcazione tra il prima e il dopo. Nessuno avrebbe immaginato una cosa simile e gli effetti della chiusura ci hanno desertificato. Non so se io abbia fatto la scelta giusta, chiaramente l’ho ponderata. Il problema è che già prima del Covid, avevo cominciato ad avvertire segni di chiusura. Da quel momento in poi, tutto è cambiato per sempre e riscontro con grande rammarico quanto sia difficile costruire rapporti veri con le persone. Tutto questo è un mio pensiero, in linea generale.
Concordo Vale. Nonostante ci sia una parvenza di ritorno alla normalità, c’è qualcosa che è cambiato per sempre nelle persone. Nel relazionarsi c’è sempre un sottofondo di sfiducia e sospetto ed ai primi segnali di pericolo ci si richiude nel guscio. Comunque hai scritto bene, è un argomento delicato ed è meglio non avventurarsi oltre la superficie. Speriamo solo in tempi migliori e che, come spesso accade, il tempo guarisca le ferite. Un abbraccio virtuale e a presto 🤗
Sono perfettamente d’accordo con te, Ale. Il problema è che al di là della chiusura altrui, innegabile, abbiamo vissuto tutti qualcosa che ci ha cambiato per sempre. All’inizio specialmente una grande paura di morire, per me in primo luogo il terrore che potesse accadere ai miei cari. Quindi, in parte, la diffidenza sarebbe anche giustificata. Ma i danni della chiusura, che pure era necessaria, li stiamo ancora pagando a livello psicologico. Molte persone che prima vivevano bene, per così dire, hanno avuto bisogno di un aiuto psicologico. Cosa più che naturale, peraltro, non c’è nulla di male. Ci siamo trovati tutti impreparati, anche molte delle persone qualificate.
Hai ragione tu, possiamo solo sperare in tempi migliori!
Un abbraccio 🤗
A presto
Un abbraccio a te Vale 🤗
Un caro abbraccio Ale 🥰
Senza voler essere complottisti, mi sembra chiaro anche solo leggendo il tuo post e il commento di Valy, su cui concordo, che qualcuno ha giocato sporco, creando questa divisione insanabile. Come e perché non lo so, ma ci sono riusciti benissimo.
Cara Centoquarantadue, penso che difficilmente determinati fenomeni siano casuali, specialmente quando provengono ‘dall’alto’.
A mio parere, le nostre società moderne sono molto fragili. Si ha paura di tante, troppe cose e purtroppo i media e la globalizzazione non fanno che ingigantire ogni percezione, il più delle volte negativa (perchè evidentemente quelle positive non ‘acchiappano’ audience).
Ovvio che tutti abbiamo paura di morire. Ogni specie vivente ‘cosciente’ ha paura di morire, o che i propri cari muoiano. Io stessa, da quando mio padre si è aggravato con la sua malattia, ho iniziato a fare una serie di controlli preventivi per scongiurare un’eventuale ritardo nello scoprire una malattia troppo spesso silenziosa, ma mortale.
Eppure, al di là del Covid, tutti ci ammaliamo, ci siamo sempre ammalati e sempre ci ammaleremo. E tutti moriremo, così come è sempre stato.
Non dico che non si doveva fare nulla, stare solo a guardare. Ovvio che no, questa non è mai una soluzione. Ma il terrore psicologico che si è sparso è stato davvero devastante, come e forse più del virus stesso. Si è persa lucidità e ci si è fatti prendere dal panico, è inutile. Io stessa non ne sono stata esente. Ma in questo non posso dare colpa alla gente ‘comune’, la responsabilità è di chi governa, perchè sono loro ad avere le redini in mano. Sono loro ad avere gli strumenti per indirizzare le persone in un senso piuttosto che in un altro.
In ogni caso, ne stiamo venendo fuori. Con delle cicatrici, ovvio, ma vedo per fortuna quasi ovunque la voglia di ricominciare e riprendersi parte di quella normalità che ci è stata tolta. La cosa che mi spaventa di più è aver visto come un singolo fenomeno abbia potuto trasformare così tanto le persone. Come la paura ci faccia presto rinchiudere in noi stessi, nel nostro guscio, arrivando a considerare il prossimo un nemico, un pericolo. Come si diventi così facilmente propensi ad attaccare il prossimo nel disperato tentativo di salvare sé stessi. Questo mi ha fatto molta paura e temo che nel futuro della nostra specie non sarà certo l’ultimo episodio.
Anche a me ha fatto molta paura quello che è successo, molto più dell’epidemia in sé. L’aggressività e la faziosità che si è creata addirittura all’interno delle famiglie, tra mariti e mogli, tra fratelli, e sicuramente tra amici e colleghi.
Il COVID è stato un bel banco di prova per capire con chi era possibile aprire un dibattito e con chi invece non era possibile farlo.
Ho avuto amici che si sono dimostrati molto chiusi (da una parte o dall’altra), altri che invece – pur rimanendo della loro opinione – si sono messi in discussione e hanno ascoltato altri punti di vista.
Tutti cerchiamo una sicurezza definitiva, soprattutto quando si sta molto in ansia, ma sono diversi i modi di farlo.
Alcuni si innamorano di una fazione e tifano per quella fino alla morte.
Altri, gli innamorati della Verità, sono sempre alla ricerca dell’idea migliore.
Condivido appieno.
Per me non è stato necessario il periodo di covid per capire che al mondo esistono persone estremamente egoiste e ottuse. Ma indubbiamente è stato più facile riconoscerle. Ad ogni modo noi siamo anche questi, esseri che non hanno paura di dichiarare che in una terra migliaia di persone muoiono di lavoro per produrre la ricchezza con cui si dà da mangiare ad altri. Il si salvi chi può e l’armiamoci e partite è nei nostri geni più di quanto si creda. Il resto lo fa una stampa ed una informazione indegna che cavalca la qualunque e viene cavalcata.
Diciamo che ho sempre nutrito anch’io sfiducia nel genere umano, ma coloro che mi hanno stupita di più sono state proprio le persone che conoscevo. Per me è stato inevitabile tagliare certe persone dalla mia cerchia. Non è tanto il fatto di pensarla diversamente sulle cose, COVID compreso, fosse stato solo quello e vabbè, come per la politica e tanti altri argomenti, ci si accetta anche nelle diversità. Ma l’idea di avere a che fare con gente incattivita mi ha dato proprio la nausea. Il mio problema, forse, è proprio il fatto che mi ci stupisco ancora!
Già, anche quello è un problema! Io stesso sto cercando di guarirne ma non è facile!
❤