Pensieri sparsi

Oggi mi sento un pò come il soggetto di questa immagine.

E’ come se una parte di me si stesse sgretolando, pian piano. Credo sia tutto legato all’evolversi della malattia di mio padre, alla sua sofferenza, a quel tunnel buio senza uscita che intravedo nei suoi occhi.

Giorno dopo giorno le notizie non migliorano, anzi. Il mio periodo personale continua ad essere nero, nel senso che di lavoro non ce n’è nemmeno l’ombra e, soprattutto, non riesco a proiettarmi nel futuro.

Ogni persona che incontro sembra non portarmi da nessuna parte. Restano conoscenze superficiali, non scatta quella ‘scintilla’ che porta ad approfondire e voler costruire una relazione (parlo di amicizia, ormai sull’amore ci ho messo una pietra sopra).

Mi sento come affacciata su un baratro, sul nulla. Mi sforzo di guardare più in là, ma ogni pensiero che cerca di andare al di là di qualche giorno viene bloccato. “E se mio padre non ci fosse più per allora?”. E’ solo questo che penso, costantemente.

Mai come in questo periodo sento il bisogno di riuscire ad ‘isolarmi’ dalla realtà, di distrarmi, di non pensare.

Non ho voglia di parlare al telefono con qualche amica/o lontano. Non ho voglia di parlare con i miei familiari, che soffrirebbero quanto o forse più di me. Avrei solo bisogno di qualcuno che mi abbracci, qualcuno con cui piangere senza vergogna e che mi dica che, qualsiasi cosa accadrà, la supereremo insieme.

In pratica, ho bisogno di qualcuno che non esiste. O almeno, non nella mia vita attuale. Raramente mi sono sentita così sola.

Sono come una bomba ad orologeria che si appresta ad esplodere, e so già che succederà nel momento meno opportuno.

Oggi va così.

16 commenti

    1. E’ come se me lo avessi dato. Devo dire che il blog mi fa sentire molto meno sola perchè ho trovato persone che ritengo davvero speciali, anche se non conosco nessuno personalmente. A volte ci sono parole che generano lo stesso beneficio di un gesto. Grazie Valy… ❤️ Buonanotte.

      1. Buongiorno, mi fa piacere.
        Grazie a te, mia cara!
        Ti capisco sai, anche per me è lo stesso. Se pure non ci si conosce personalmente, ho trovato molti rapporti autentici, ci sono molte persone davvero speciali che ti danno quel calore e quel conforto di cui si ha tanto bisogno! Un abbraccio forte!
        Ti auguro una buona giornata ❤

  1. ti comprendo e so quanto possa essere duro affrontare un periodo difficile. Un abbraccio, qualche parola di conforto, a volte sono state utili, altre no; per quanto abbiano indubbio valore, il dolore non invade sempre allo stesso modo, ci coglie più o meno preparati, più o meno indifesi, ma in ogni caso, anche se tardi, ho capito che bisogna sconfiggerlo da soli, anche con una vicinanza amica. Un bacio grande e ben venga questo angolo in cui possiamo interagire con emozioni che accomunano

  2. Sto passando anche io un periodo non facile, per altri motivi.
    Passo tra la sensazione “devo affrontare con coraggio quello che mi di presenterà davanti” e la sensazione buia di sconforto e angoscia dove vedo tutto nero: è un’altalena di sensazioni, che cambiano anche a distanza di pochi minuti.

    Scrivere (sia sul blog che sul diario privato) aiuta molto anche a me: definire ciò che sento dentro senza censure e senza filtri, mi dà conforto e mi aiuta nella giornata a pensare ad altro, pensare agli altri aspetti della mia vita.
    Rimane inevitabilmente il pensiero angosciante, ma rimane un po’ più in sottofondo.

    Mi aiuta anche vedermi scisso in due:
    un Leonardo soffre e vive un momento di angoscia, un altro Leonardo dovrà prendersi cura di lui.
    È un “auto-abbraccio” che porta con sé un sentimento di auto-compassione (diverso dall’auto-commiserazione).

    Mi aiuta anche leggere certi libri, come “La trappola della felicità” di Harris, che mi aiutano a disinnescare certi stati emotivi molto molto forti e a distaccarmene.

    Non ti dico “forza e coraggio” né altre frasi preconfezionate.
    Ho preferito dirti le cose che aiutano me quando finisco nuovamente nel pozzo buio, sperando che possano in qualche modo esserti d’aiuto.
    La solidarietà resta la nostra arma più potente contro la sofferenza.

  3. Grazie Leonardo. Sono convinta anch’io che “La solidarietà resta la nostra arma più potente contro la sofferenza.”.
    Purtroppo a volte quando si soffre si ha bisogno di certe persone in particolare, lo vedo con i miei figli che sono ancora piccoli. Quando si fanno male o hanno paura cercano come primo riferimento sempre me, la mamma.
    Nel mio caso io avrei bisogno di una persona che non c’è, o forse sono io che erroreamente escludo da questo mio momento buio le persone a me vicine.
    Forse dentro di me ritengo che l’unica che possa davvero provare la giusta compassione verso i miei sentimenti sono io stessa.
    Grazie come sempre per l’interessante spunto di riflessione. Ti auguro una buona giornata.

  4. Per me è sempre difficile trovare le giuste parole da dire in questi casi perché il rischio di dire sciocche banalità è sempre altissimo. Eppure ho una componente empatica che mi porta ad essere dispiaciuto anche per persone che in fondo non conosco. E quel dispiacere è davvero sentito anche se poi non sono capace di esternarlo. E questo perché sono anche una persona molto asociale e schiva e fredda nella sua razionalità esteriore. Insomma forse con un silenzioso abbraccio forse me la caverei meglio!

    1. Grazie Demonio, ho apprezzato il tuo commento. Un abbraccio ‘virtuale’ riesce comunque a trasmettere vicinanza. Sono circondata da persone che potrebbero davvero abbracciarmi, ma con loro non riesco o non voglio lasciarmi andare. A volte con una persona estranea, paradossalmente, ci si riesce ad aprire più facilmente. Mi sembra sempre una cosa strana, eppure non è la prima volta che mi succede. 🤷🏻‍♀️

      1. Si, la penso allo stesso modo! A volte con le persone vicine indossiamo una sorta di corazza che ci fa apparire più forti di quello che in realtà siamo. Perché lo facciamo? Per tante ragioni credo ma tra le tante sicuramente c’è anche la mancanza di totale fiducia.

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