
bisbètico agg. e s. m. (…) [dal gr. ἀμϕισβητικός «litigioso»] (…). – 1. agg. Stravagante, bizzarro, lunatico, brontolone: […], con improvvisi alti e bassi, o bizzarra, strana: […] 2. s. m. (…) Persona lunatica. ◆ Cit. Treccani.
Beh, il mio nickname non l’ho scelto a caso. In effetti diversi di questi aggettivi mi sono stati attribuiti. Lunatica, brontolona, strana.
Ma anche stravagante, che si dice di “persona che si comporta in modo bizzarro o fuori del normale, o che vaga o divaga facilmente col pensiero e con la fantasia“.
Oggi di nuovo il mio insegnante di inglese mi ha ricordato che c’è un errore che faccio ripetutamente che ricorda Alice in Wonderland. E di fatti, io ho sempre pensato alla mia similitudine col personaggio di Alice.
In realtà credo di essere quel tipo di bisbetica che, suo malgrado, si fa addomesticare. O almeno, così è stato in passato. Quando non sono innamorata di nessun uomo sono la vera me stessa, la vera bisbetika, ma se mi innamoro… basta è la fine. La mia natura ‘selvatica’ e libera si trasforma in quella di una gattina domestica che si adatta semplicemente al suo ‘padrone’.
Sono troppo severa con me stessa? Direi più che altro obiettiva. Finalmente sono tornata single e riesco a rivedere la bisbetika che c’è in me. Così come ora vedo a quante parti di me ho rinunciato per ‘aderire’ al mio compagno di turno. Il problema è che gli altri lo vedevano, ma io no. Ok, lo so che bisogna rimanere sé stessi in una coppia. Che le persone che si annullano per l’altro non piacciono alla lunga. Ma io non lo facevo in maniera intenzionale, semplicemente diventavo un tutt’uno con il mio uomo senza che nemmeno me ne accorgessi. I suoi gusti diventavano i miei, il suo modo di pensare lo facevo mio, i suoi desideri si trasformavano nei miei. E così ciò che a lui non piaceva, improvvisamente non piaceva nemmeno a me. Questo a grandi linee. Ovvio la personalità di una persona resta, non la puoi cambiare, solo che era finita sotto, sotto, sotto tanti strati di qualcuno che non ero più io.
Dentro di me ho la consapevolezza che il modo per essere più autentica e fedele a me stessa è stare da sola. Non avere un compagno. Perchè casualmente (?) trovo sempre compagni che vogliono predominare, che cercano la gattina da tenere accanto sul divano che gli fa da silenziosa e sottomessa compagna.
Ma io non sono così, in realtà. Lo divento. Mi viene in mente il personaggio Mystica di X-Men. Quella bellissima donna dalla pelle blu. Personaggio complesso, misterioso ed ambiguo, che cambia pelle in maniera opportunista. In realtà ‘cambiare pelle’ per me era un danno nei miei confronti, non un atto di opportunismo. Scavando un pò, credo di essere stata abituata così fin da piccola. O almeno, il messaggio che passavano i miei genitori l’ho fatto mio in questo modo: gli altri vengono prima di me, io devo adattarmi agli altri, tollerare, sopportare e cercare di andare sempre d’accordo con tutti. Una discussione o un vero e proprio litigio era visto nella mia famiglia come un atto di alto tradimento. Come una pugnalata. Quando in realtà nelle famiglie di alcuni miei amici ed ex ragazzi le discussioni, il mandarsi a quel paese, facendo poi pace dopo essersi fatti valere, erano cose normalissime.
Devo dire a distanza di anni, con la rabbia che è cresciuta dentro di me per le delusioni amorose, sul lavoro, e con certe amicizie, ho ritrovato un pò di grinta e spirito combattivo. Non sono più disposta a sottomettermi come prima, eppure prevale sempre l’atteggiamento: lascia correre. E va bene, essere pacifici non è negativo, l’importante è non ferire sé stessi per far star bene gli altri.
Intanto, mi sto ancora leccando le ferite. Spero mi sia servito di lezione.
Penso che tu abbia una grande capacità di introspezione, non è semplice capire certe cose da soli.
Mi ritrovo anche io in questa tendenza all’iperadattamento, al conformarmi all’Altro per “conquistarlo”.
Nonostante tenda a farlo (è uno schema vecchio e radicato in me), ho capito che oltre ad essere sbagliato per me, ottengo l’esatto opposto: non conquisto nessuno perché divento come un camaleonte, dunque invisibile!
Esattamente. È un lavoro continuo su noi stessi, ma inevitabile.
Una cosa che mi feriva quasi lacerandomi un organo interno, era quello di essere considerato dagli altri un bravo ragazzo, però ciò nonostante eh diamine ogni tanto anche tu hai qualche difetto. Per contro conoscere gente che si comportava da stronza 99 volte e poi per quella volta che faceva una cosa in maniera genuina e generosa, prendersi un encomio finale: sai è una ragazza o un ragazzo un po’ “birichino”.. però sa avere il cuore d’oro quando vuole. Essere stronze e stronzi porta grossi vantaggi… possiamo girarci intorno quanto vogliamo. Imparare a fregarsene degli altri, premia sempre. Essere educati, gentili, premurosi viene poi considerato prima o poi: mancanza di nerbo. E poi quando gli scarsi nerboruti ogni tanto alzano il dito o la voce: eh che diamine… sei una delusione.
Già… . Il problema però non è essere un bravo ragazzo, bensì il fatto che viene considerata una debolezza. Ed è colpa della gente se ti cuciono addosso un ruolo da cui secondo loro non puoi uscire. Uno ‘stronzo’ che si comporta bene una volta è lodato, uno ‘bravo’ che s’incavola una volta è una delusione? Chi sbaglia, a mio parere, è solo chi giudica o si approfitta di una ‘brava persona’ per trarne un proprio esclusivo vantaggio, danneggiando l’altro. Ma purtroppo gli altri non li possiamo cambiare, possiamo provarci solo con noi stessi, ecco perché secondo me arriviamo a desiderare di diventare ‘stronzi’. Io credo di essere patologicamente ‘buona’, al punto che quando ho tentato di fare la stronza (1 volta su 100) mi si è quasi ritorto contro. Col tempo, sono diventata una ‘buona’ un po’ più egoista, un po’ meno paziente ed un po’ più incazzata, ma sempre troppo buona. Non voglio girare il coltello nella piaga dicendoti che mi sembri davvero ‘un bravo ragazzo’, però credimi non lo vedo proprio come un difetto, anzi è uno dei pregi più belli (ed incompresi) al mondo. Buonanotte 😉
patologicamente buoni. Esatto. Forgiati per educazione dei genitori, purtroppo è cosi’, ad essere sempre quelli in ordine, che sono sempre accondiscendenti, altrimenti gli altri poi che diranno. Gli altri non li possiamo cambiare. Cambiare noi si, ma il dolore che si prova è tanto. Purtroppo ad essere stronzi, si viene sempre più spesso educati. Il fatto di essere un bravo ragazzo mi ha fatto pagare costi enormi nella scuola prima (meno all’università, dove alla fine ognuno marcia beatamente verso i fatti propri, i prof in primis) e nel lavoro poi. Ovvio che nelle relazioni di coppia, poi essere un bravo ragazzo o una brava ragazza, vuol dire praticamente andare incontro ad una morte psichica, non solo da parte del partner, che ovviamente puo’ essere bravo o brava come te, ma da parte anche dei suoi parenti etc.. che ti piovono addosso. A volte essere un bravo ragazzo è un handicap anche con la propria famiglia o col parentado. Il parentado almeno lo puoi scansare dopo un po’, e specie se non vivi al Sud.
e grazie per il complimento. So che è sincero da parte tua. E te lo ricambio. So quanto vuol dire piangere la notte o avere male allo sterno.
Scusa, ho erroneamente cancellato il tuo primo commento temo:
“patologicamente buoni. Esatto. Forgiati per educazione dei genitori, purtroppo è cosi’, ad essere sempre quelli in ordine, che sono sempre accondiscendenti, altrimenti gli altri poi che diranno. Gli altri non li possiamo cambiare. Cambiare noi si, ma il dolore che si prova è tanto. Purtroppo ad essere stronzi, si viene sempre più spesso educati. Il fatto di essere un bravo ragazzo mi ha fatto pagare costi enormi nella scuola prima (meno all’università, dove alla fine ognuno marcia beatamente verso i fatti propri, i prof in primis) e nel lavoro poi. Ovvio che nelle relazioni di coppia, poi essere un bravo ragazzo o una brava ragazza, vuol dire praticamente andare incontro ad una morte psichica, non solo da parte del partner, che ovviamente puo’ essere bravo o brava come te, ma da parte anche dei suoi parenti etc.. che ti piovono addosso. A volte essere un bravo ragazzo è un handicap anche con la propria famiglia o col parentado. Il parentado almeno lo puoi scansare dopo un po’, e specie se non vivi al Sud.”.
Io vivo al Sud comunque, da donna separata con due figli 😆 puoi immaginare. Il dolore che prova una brava persona, solo un’altra brava persona può capirlo. Comunque da ‘stronzo’ non ti ci vedo proprio, mi spiace. A presto.
Io infatti non ci provo neanche ad esserlo. Non si può cambiare un imprinting di 45 anni e delle doti innate. Per salvaguardarsi si diventa solo un po più egoisti
Anche io lavoro costantemente su me stessa, in generale noi donne abbiamo un modo di amare diverso rispetto agli uomini e ci viene naturale adeguarci, realizzare ed anticipare i loro desideri, che non implica una sottomissione. Il lavoro più difficile è sicuramente riuscire ad amare noi stesse!
Mi piace il tuo punto di vista 🙂 In effetti a noi donne forse viene più facile adeguarci, il che non deve significare annullarsi, come è successo nel mio caso. Pian piano sto imparando a volermi bene, ne gioverà anche il mio rapporto con gli altri. Grazie per il tuo commento e a presto!
Sono contenta che ti piaccia. È molto importante che tu riesca a volerti bene, anche io ho compiuto un lungo percorso per riuscirci. Noi donne amiamo sicuramente in modo più totalizzante, ma sappiamo stare bene anche da sole. Ti auguro di incontrare qualcuno che ti dia felicità! A presto, una buona serata! 🙂
Credo che non riuscirò mai a comprendere come per questo sentimento chiamato amore ciascuno di noi riesce a trasformarsi. Anche questa domanda l’ho messa nel cassetto delle domande senza risposta. È semplicemente così, non ci possiamo far nulla!
Già… . Da parte mia è il profondo bisogno d’amore che mi ha spinta a fare di tutto per non perderlo. Eppure, puntualmente l’ho perso. Vorrei anch’io mettere questa domanda nel cassetto, ma temo che se non vi darò una risposta mi ritroverò a ripetere gli stessi errori del passato. Grazie per il tuo commento, a presto.
Sorrido al pensiero che un’altra di quelle domande senza risposta è come mai riusciamo sempre a rifare gli stessi errori anche quando ci mettiamo tutto l’impegno del caso! E niente, quando entriamo nel mondo dell’irrazionale non c’è scampo!
Secondo me la soluzione non è stare soli, ma trovare la persona giusta che ci permette e ci incoraggia a restare noi stessi… Oltre ovviamente una volta presa la consapevolezza di avere questo lato del carattere lavorarci su per evitare prenda il sopravvento
Già… . Diciamo che il voler stare da sola è forse un mio meccanismo di difesa, per paura di ricascare negli stessi comportamenti o nello stesso tipo di persone che mi hanno ferita. Ma in effetti sarebbe più giusto lavorare su me stessa che evitare il resto del mondo. Grazie per il tuo commento Hadley, a presto ☺️