
“Nessuno mi può giudicare”, cantava Caterina Caselli. Già.
È per questo che torno a scrivere qui, perché la cosa di cui ho davvero bisogno da 3 anni a questa parte è poter esprimere i miei sentimenti, i miei vissuti, senza essere giudicata. Solo ascoltata.
Se dovessi immaginare la mia vita con un grafico, sarebbe un continuo sali-scendi.
Sono bambina, spensierata, felice, il grafico sale. Arriva l’adolescenza, la costante sensazione di sentirmi fuori luogo e sola, il periodo delle cazzate, il grafico scende. Poi la luce, trovo l’amore, mi trasferisco, inizio una nuova vita e una nuova me ricomincia a vivere, felice, è il grafico che risale. Poi arrivano i problemi. L’amore finisce, entro in un circolo vizioso in cui si alternano le fasi sono-single-e-felice e mi-sento-sola-ho-bisogno-d’amore, ed è così che giungo infine nell’ultima relazione sbagliata, per cui il grafico inevitabilmente scende a picco.
Con la differenza che da quel momento in poi ho iniziato quella che chiamo la mia terza vita: sono diventata mamma.
Una mamma single, ormai. Non potevo quindi che fare ritorno alle mie origini, alla mia famiglia, dove ho trovato accoglimento ed amore, sostegno per la mamma che sono diventata e per i miei figli. Avevo dovuto lasciare la mia casa, ma quanto meno avevo mantenuto un lavoro.
Il grafico però è ancora in discesa.

Perdo il lavoro, mio padre si ammala di nuovo gravemente. Ed ecco la me di adesso.
Venuta fuori da una separazione dolorosa dal mio compagno, dalla mia casa, da quella che era diventata la mia città, il mio lavoro, la mia vita.
Questi ultimi eventi mi hanno indurita e resa fragile allo stesso tempo. Senz’altro mi sono, purtroppo, incattivita.
Ho subito il giudizio della gente per molto tempo dopo la separazione. Sensi di colpa a gogò.
Oggi comincio a respirare, ma reprimendo sempre le mie emozioni, i miei sogni, i miei desideri, perché sento che nessuno riesce veramente a capire.
Che poi sono pensieri semplici. Avere la mia casa, un lavoro, un padre per i miei figli, che mio papà possa vedere i nipotini crescere, riavere la mia indipendenza.
La frase che mi sento dire più spesso è: “ma nonostante tutto sei fortunata”!
Lo so… Lo vedo che sono fortunata. Lo capisco che c’è di peggio, ci arrivo benissimo. Ma si può essere felici perché c’è qualcuno che sta peggio di noi? O perché “ti poteva andare peggio”?
Ringrazio l’universo per la fortuna che ho ogni giorno… Ma la serenità, lo stare bene, il sentirsi realizzati, è un’altra cosa. È un lavoro duro, su sé stessi, ed un compromesso complicato su ciò che vogliamo e ciò che possiamo avere.
Devo dire che l’amore dei figli è inequiparabile. Supera persino quello che ti danno genitori, fratelli o sorelle, amanti vari.
So di essere ricca grazie ai miei figli. So che sono circondata dal loro amore, un amore incondizionato, viscerale, puro.
Eppure… mi manca sempre qualcosa. Mi dicono che devo amare me stessa, concentrarmi su me stessa, fare le cose che mi fanno stare bene, trovare tempo per me e per i miei figli.
E cerco di farlo ogni giorno, lo giuro. Ma io sono fatta così, io guardo le coppie ‘felici’ e penso: perché io no? Cos’ho in meno di quelle donne che forse nella vita hanno solo saputo scegliere il compagno giusto? Perché io non posso portare in viaggio i miei figli con un papà che si prende cura di loro e con cui anch’io posso condividere qualcosa?
Non è una buona strada questa. È la strada dell’invidia, dell’annientamento di me stessa, una strada che mi fa vedere solo chi (apparentemente) sta bene e volere quella vita… dimenticandomi della mia.
Ecco perché ho deciso di fermarmi. Non voglio più essere scontrosa, lamentosa, negativa. Amare sé stessi non è un insieme di parole senza senso, come pensavo.
È ciò che mi resta da fare, arrivata a questo punto. Non ho altra scelta, è arrivato il momento di fare i conti con me stessa. E forse troverò in me stessa la risposta al perché scelgo sempre l’uomo sbagliato che fa crollare il mio grafico.
Lo devo a me stessa ed ai miei figli.
Il mio compito ora non è essere la compagna di un uomo, ma la compagna di me stessa, una buona madre, una buona figlia, una buona sorella, una buona amica.
È ora di ricominciare, per la quarta volta.
Fatti una lista della cose importanti ordinandole per priorità.
-Io al primo posto metterei il non far sentire i tuoi figli come ABBANDONATI dal padre, soprattutto se sono ancora piccoli: avrebbero conseguenze per il resto della vita.
-Al secondo posto metterei il riuscire a fare da sola (coi figli) le stesse cose che faresti se avessi un marito (viaggi, ecc). Se stai bene da sola, allora saprai capire meglio chi scegliere
Ciao, grazie per il tuo commento.